Giugno 28, 2024

Gonyosoma Boulengeri: scheda allevamento

Classificazione

Classe: Reptilia
Sottoclasse: Lepidosaura
Ordine: Squamata
Sottordine: Serpentes
Famiglia: Colubridae
Genere: Gonyosoma
Specie: G. Boulengeri

Esemplare adulto di Gonyosoma Boulengeri

Distribuzione

Mappa di distribuzione del Gonyosoma B.

L’area di diffusione del Gonyosoma Boulengeri è localizzata presso il Sud della Cina (nelle regioni di Guangxi, Hainan) e il Vietnam del Nord principalmente. In queste zone vive vicino a montagne, con altezza massimo di circa 1000 m, corsi d’acqua e fiumi. Una delle caratteristiche principali di questi colubridi, da cui deriva anche la loro denominazione comune di Serpente Rinoceronte, è la protuberanza che ha sulla punta nel muso. Questa sporgenza risulta appuntita e flessibile poiché composta da squame rostrali e non da parti ossee. Finora non è stata scoperta alcuna ragione evolutiva per quanto riguarda il cosiddetto corno. L’aspetto del Gonyosoma dai colori vivaci e la struttura stessa possono ingannare, ma non sono assolutamente serpenti velenosi.

Crescita

Appena nati presentano abitudini prettamente terricole; crescendo diventano strettamente arboricoli e sviluppano una coda molto robusta ( che inizia dopo la squama cloacale) ed estremamente prensile. Nei primi mesi di vita hanno una lunghezza di circa 20-25cm ed il loro colore è principalmente grigio con qualche accenno di nero. Con questa colorazione, il neonato si mimetizza nella parte bassa del terreno. Verso i 12-14 mesi la loro livrea muta, il nero si fa meno intenso e subentrano tracce di bianco e celeste. Con il passare del tempo Il grigio si trasforma gradualmente in un verde sempre più acceso. La completa mutazione di colore dovrebbe avvenire intorno ai 24 mesi. Questo processo di transizione del cambio cromatico prende il nome di Ontogenesi. Al termine del loro sviluppo la loro lunghezza può variare dai 110 ai 160cm. Questa specie non mostra dismorfismo sessuale.

Esemplare di 3 mesi con le caratteristiche macchie nere

Questi bellissimi esemplari hanno una colorazione verde intenso, in alcune “varianti” si possono notare delle leggere sfumature celesti che si intersecano con quelle verdi. Sotto la testa, invece, noteremo sfumature azzurre, bianche o verde acqua. Ad oggi non vi sono ricerche in merito a locality di questo genere.

Terrario

Sono ofidi semplici da gestire e per questo adatti anche a persone con poca esperienza. Se vogliamo ospitare un Gonyosoma nella nostra casa avremo bisogno, per un esemplare adulto, di un terrario di circa 100cm x 50cm x 70cm(H). Per quanto riguarda l’arredamento, consiglio un semi-naturalistico che comprende l’inserimento di piante vere o finte (in tessuto), rami e cortecce di sughero che possono avere la funzione di tana. Questo sia per osservare l’animale in atteggiamenti naturali, ma anche per l’animale stesso. Questo servirà da stimolazione per il Gonyosoma.

Esempio di terrario asettico per baby

Substrato

Per il substrato possiamo utilizzare sia dei trucioli come il Lignocel (oggi chiamato Safe), l’Aspen o la torba acida di sfagno; quest’ultima dovrà essere asciutta per non creare infezioni. Per quanto mi riguarda, utilizzo esclusivamente trucioli di faggio depolverato (Aspen o Lignocel) poiché assorbono bene le deiezioni dell’ofide senza creare muffe o assorbire troppa umidità.

Tane

Una umida che può essere costituita da una braplast/vaschetta/vaso/contenitore alimentare forati. dentro metteremo del muschio o della torba leggermente umida e la tana andrà posizionata nella parte fresca della teca. Gli altri rifugi non umidi potremo posizionarli in sospensione (in alto) creando una mensola, usando contenitori o tane per uccelli o semplicemente appoggiandoli sul terreno.

Acqua

Un altro elemento fondamentale, oltre ad un’ottima aereazione (per non creare muffa o condensa) è la ciotola dell’acqua: i Gonyosoma amano immergersi per ore o addirittura giornate intere per questo motivo l’acqua dovrà sempre essere pulita. Lo stare troppo immersi, però, potrebbe causare danni alla pelle, anche se questa problematica si presenta molto raramente. Per evitare questa spiacevole situazione possiamo sostituire la ciotola con una più piccola cosi da impedirne l’immersione.

Temperatura

Personalmente tengo la zona fredda a temperatura ambiente. Mentre un tappetino termostatato tiene a 27/28 °C la zona calda. con queste temperature ho notato molto movimento dell’animale che si immerge per ore, si arrampica in cima ai rami e si rintana nelle tane in zona calda. Di notte spengo assicurandomi che le temperature non scendano sotto i 18-20°C.

Illuminazione

Essendo sono ofidi diurni la luce è molto importante. Forniremo tramite dei led a luce naturale (4000K) la luce durante il giorno, usando timer o lampadine smart setteremo le 12h di luce (io uso dei bulbi a led smart, settati in modo che seguendo alba-tramonto in automatico tutto l’anno). Rilevanza la darei anche ad una lampada UVB (anche se non strettamente necessaria per il loro allevamento) al 5%. E’ importante non schermare le lampade con plexiglass o materiali simili al fine di non bloccare le emissioni di UVB.

Umidità

Nonostante il loro stretto rapporto con l’acqua e l’abitudine a stare immersi per lungo tempo soprattutto nei periodi di muta, questi ofidi non hanno bisogno di un tasso di umidità alto. L’umidità nel terrario (che deve essere ben arieggiato) andrà bene quella di casa, direi un 60%, che potremo alzare con nebulizzazioni più frequenti in caso di muta.

Terrario naturalistico per esemplare di 6 mesi

Alimentazione

In natura, si nutrono di lucertole, roditori, uccelli, pesci, anfibi, mentre in cattività possono essere alimentati ogni 15 giorni con un topo adulto (Mus musculus decongelati da 15-25gr). Per variare l’alimentazione possiamo integrare con un pulcino ma questo non deve costituire un sostitutivo al topo. I Gonyosoma raramente rifiutano la preda offerta da adulti, risultano estremamente voraci afferrando il roditore e costringendolo anche se già morto. Hanno una digestione molto veloce, quindi i pasti dovranno essere controllati per non portarli ad un dimagrimento eccessivo. Sarà importante integrare saltuariamente (circa ogni terzo pasto) un multivitaminico. Bisogna controllare anche l’opposto, i Gonyosoma se grassi tendono a sviluppare velocemente delle cellule cancerogene che si originano proprio dal grasso eccessivo.

Brumazione e ciclaggio

Con questo processo non gioverà solo all’accoppiamento ma anche all’animale stesso. Fondamentale per una buona brumazione è lo stato di salute, l’età (tre, quattro anni) e le dimensioni dell’esemplare femmina (200/300gr di peso). Il Gonyosoma necessita di una brumazione di circa tre mesi ad una temperatura di 10°C – 15°C. Tale processo avverrà in concomitanza con il primo abbassamento delle temperature esterne (più o meno verso novembre). Smetteremo, di alimentarli per almeno due/tre settimane, favorendo così la completa digestione e lo svuotamento intestinale. La temperatura dovrà essere abbassata gradualmente (2°C ogni tre giorni) e questo permetterà all’ofide di adattarsi al cambiamento onde evitare danni alla sua salute. Aumenteremo quindi le ore di buio, limitando la sua esposizione alla luce. E’ importante che abbiano sempre acqua a disposizione. Questa condizione permette quindi il rallentamento di quasi tutte le funzioni vitali dell’animale, risulta essere una sorta di letargo, dove però l’animale è vigile. La fine della bruma avverrà con il “risveglio” dell’ofide dove provvederemo a fare l’inverso, partendo del rialzare le temperature con la stessa frequenza dell’abbassamento. Raggiunta la solita stabulazione all’interno del terrario, dopo circa una settimana, potremo andare ad alimentare l’ofide con una preda inferiore al solito (i primi pasti hanno il compito di riattivare il metabolismo).

Accoppiamenti

Dopo il ciclaggio comincerà il periodo riproduttivo. Diversi allevatori sostengono che sia meglio introdurre circa un paio di maschi con una femmina in modo da creare competizione tra i maschi ed indurli all’accoppiamento, altri invece hanno trovato relativamente semplice accoppiare questi ofidi inserendo un maschio nel terrario della femmina. Inizialmente la femmina tenderà a fuggire (come se fosse impaurita), successivamente avverrà il corteggiamento ed infine l’accoppiamento, che durerà tra i dieci e i sessanta minuti. In seguito, si potrà decidere di separare la coppia per circa tre giorni e reinserire un nuovo maschio (qualora se ne abbiano più esemplari) o il precedente, per aumentare le possibilità di
fecondazione. Ad accoppiamento avvenuto, la femmina continuerà ad alimentarsi per un lasso di tempo che va dalle 4/5 settimane, dopo ciò inizierà a rifiutare il cibo. L’ofide entrerà nella fase di muta pre-deposizione, dopo 5 ai 15 giorni, la femmina inizierà a deporre. Bisognerà introdurre all’interno del terrario un contenitore con coperchio forato (abbastanza grande da far entrare il serpente) nel quale metteremo del muschio o della torba entrambi inumiditi.

Deposizione

La femmina di Gonyosoma depone dalle 6 alle 15 uova circa una volta l’anno. Andranno incubate ad una temperatura tra i 24°- 27°C. Si schiuderanno entro 50-70 giorni anche se si sono verificati casi di schiusa anticipata prima dei 50 giorni e tale processo è avvenuto anche ad una temperatura superiore ai 27°C. Passato il tempo di incubazione, cominceremo a vedere i neonati di Gonyosoma tagliare le uova, questo è un processo molto delicato. Alcuni piccoli dovranno aspettare diverse ore prima di uscire, bisogna infatti attendere il completo assorbimento del sacco vitellino. Quest’ultimo risulterà essere più nutriente rispetto a quello di altre specie. Per questo motivo spetteremo prima di iniziare a svezzare i neonati. In natura il sacco vitellino fornisce abbastanza energie ai piccoli ofidi per fargli affrontare una breve brumazione.

Svezzamento dei neonati

Passati circa quindici giorni dalla prima muta procederemo con lo svezzamento. Utilizzeremo diverse tipologie di alimenti dato che in natura i piccoli di Gonyosoma hanno un alimentazione varia che consiste in: piccoli anfibi, come ad esempio girini, pesci o piccoli sauri. In cattività, invece, andremo a proporre loro diverse prede, dal pinky di topo al pesce. Personalmente ho avuto alcuni problemi a far partire con i pinky, la tecnica che ho usato è stata di alimentare con del pesce vivo. Le specie che possiamo utilizzare sono molteplici; ad esempio Neon (Paracheirodon) o Guppy (Poecilia). Io personalmente ho utilizzato dei guppy che ho inserito nella ciotola dell’acqua. Da subito, il Gonyosoma ha dimostrato un grande interesse. Sono pesci facili da reperire e hanno un prezzo molto basso. Per mantenerli potremmo procurarci un piccolo acquario o faunabox.

Muta completa di un baby di Gonyosoma B.

Quando i Gonyosoma avranno effettuato circa 4/5 pasti (con il pesce) inizieremo lo svezzamento con i pinky. Ho iniziato con una testa di pinky scongelata nell’acqua presa dalla vasca dei guppy, ed al pasto successivo ho offerto un pinky da solo. Messo nella ciotola dell’acqua o nei pressi è stato subito preso. Una volta fatto il primo pasto con il pinky li nutriremo con regolarità ogni 5-6 giorni (possibilmente sempre in acqua).
Una volta avviati, diventeranno sempre più voraci e sarà difficile vederli rifiutare un pasto. Se
decidessimo di provare ad alimentare i piccoli di Gonyosoma fuori dalla ciotola dell’acqua, sarà bene usare una tecnica di “disturbo” nella quale andremo ad infastidire l’ofide con il pinky sbattendolo sopra il suo corpo. Tale tecnica indurrà l’ofide ad attaccarlo e, nella maggior parte dei casi, a mangiarlo immediatamente.

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