A cura di Giulia Raissa Agnolon
Sento spesso dire che i rettili sono animali stupidi. Non saranno certo gli Albert Einstein del regno animale, ma sono davvero così limitati come si pensa?
La verità è che non abbiamo abbastanza dati per affermarlo, in realtà i rettili sono semplicemente poco studiati da questo punto di vista. Mentre su mammiferi e uccelli troviamo un’infinità di esperimenti di etologia più o meno complessi, solo una manciata di studi investigano sulle capacità cognitive dei rettili, e sono per lo più datati e poco affidabili. È anche vero che gli studi più recenti stanno avendo dei risvolti sorprendenti.
Puro cervello rettiliano o di più?
L’intelligenza è definita come l’insieme di quei processi mentali che consentono di risolvere in modo efficace i problemi, è la capacità di trovare soluzioni e la capacità di adattarsi al cambiamento.
Quando i rettili vengono posti di fronte ad esperimenti di problem solving, senza ovviamente pretendere che completino un cruciverba, si scopre che se la cavano piuttosto bene.
Si è inoltre notato che l’etologia della specie influenza profondamente le abilità cognitive, in particolare le specie cosiddette sociali hanno una marcia in più rispetto alle specie solitarie, come anche i predatori attivi risultano più reattivi ai problemi posti durante gli esperimenti, rispetto a specie che sono predatori passivi.
Cognizione spaziale
Un gruppo di ricerca dell’Università di Lincoln ha dimostrato che i rettili possiedono un’ottima cognizione spaziale e abilità di orientamento tramite punti di riferimento. Hanno condotto un esperimento con un Chelonoidis carbonarius in un labirinto raggiato, con cibo in ogni raggio. La testuggine ha raggiunto tutte le ricompense senza tornare sui propri passi o rivisitare celle già esplorate. Questo indica abilità di navigazione, una certa memoria e l’attuazione di scelte sensate e non casuali.
Flessibilità nel comportamento
I ricercatori della Duke University (USA) hanno studiato la flessibilità comportamentale nei rettili, cioè la capacità di adattare il comportamento al cambiamento delle circostanze. Nell’esperimento, hanno coinvolto alcuni esemplari di Anolis evermanni, una specie che cattura sistematicamente le prede colpendole dall’alto. Cosa succede se si va ad impedire questa strategia? Gli esemplari di Anolis adottano una modalità di predazione alternativa, sebbene non tipica della specie. Nell’esperimento, i ricercatori hanno nascosto le prede sotto un dischetto in modo che non fossero raggiungibili dall’alto. Si è osservato che i diversi esemplari di Anolis hanno reagito in maniera differente al problema presentato. Mentre un paio di individui si ostinavano a voler attaccare il dischetto dall’alto, fallendo nell’obiettivo, la maggior parte dei soggetti studiò una soluzione alternativa riuscendo ad accedere alla ricompensa. La cosa denota una certa capacità di problem solving, abilità riconosciuta solo ad animali superiori come mammiferi ed uccelli.
Apprendimento o imitazione?
Gli studi sui varanidi, particolarmente sorprendenti per le loro capacità cognitive, sono molto interessanti. Un recente esperimento su Varanus albigularis, condotto dall’Università del Tennessee (USA) in collaborazione con lo zoo di Dallas, ha dimostrato queste capacità. Durante i test, il cibo veniva fornito in tubi con porticine che si aprivano solo ruotando il tubo in un certo modo. Non è tanto sorprendente che i varani riuscissero ad accedere alla preda, quanto che nei successivi esperimenti lo facevano sempre più velocemente, indicando un vero apprendimento.
E sempre in tema di apprendimento, un altro studio dell’Università di Lincoln ha affermato che nei rettili c’è capacità di social learning ed apprendimento per imitazione. È sconcertante pensare che solo alcuni primati evoluti, come gli scimpanzé, possano apprendere per imitazione. Nei rettili, i ricercatori osservano una vera imitazione, che implica la comprensione del significato dell’azione
Il caso della Pogona Vitticeps
L’esperimento, è stato effettuato utilizzando una porticina scorrevole (in entrambi i sensi) aldilà della quale veniva posta una preda, raggiungibile solo se l’animale capiva che doveva far scorrere la porta. Il primo esemplare, il cosiddetto “dimostratore,” ha imparato ad aprire la porticina per raggiungere la ricompensa in cibo. I ricercatori hanno creato due gruppi: un gruppo sperimentale che osservava il conspecifico accedere alla ricompensa e un gruppo di controllo fantasma che non vedeva nulla. Tutti gli esemplari del gruppo sperimentale hanno aperto subito la porticina, facendola scorrere da sinistra verso destra, come avevano visto fare dal dimostratore. D’altra parte nessuno degli esemplari del gruppo di controllo riuscì ad accedere alla preda.
Tutto questo dimostra che i rettili possiedono delle abilità cognitive che possono essere comparabili a quelle di molti mammiferi e uccelli e che hanno delle potenzialità che ancora ignoriamo.
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Qua trovate tutti gli approfondimenti agli studi citati:
- https://www.researchgate.net/publication/230707991_Cold_Blooded_Cognition_Reptilian_Cognitive_Abilities
- https://mobile.nytimes.com/2013/11/19/science/coldblooded-does-not-mean-stupid.html?referer=http%3A%2F%2Fm.facebook.com%2F
- https://link.springer.com/article/10.1007%2Fs10071-009-0237-9
- http://rsbl.royalsocietypublishing.org/content/8/1/28.article-info
- https://link.springer.com/article/10.1007/s10071-007-0109-0
- https://www.sciencedaily.com/releases/2014/09/140930090443.htm